LEGGE DI STABILITA’ E SCUOLA.
Il Paese ha bisogno di chi indichi la strada del cambiamento, attraverso il recupero dei valori di libertà, coesione; di riprendere un’ identità che il governo e la politica possono fare solo con un investimento sulle persone e con il loro coinvolgimento.
La scuola e la cultura si fanno con investimenti – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – ma anche sulle motivazioni delle persone che ne rappresentano l’essenza stessa di un Paese in declino. Si fa con la partecipazione, con il coinvolgimento di tutta la comunità scolastica: genitori, alunni, personale della scuola. E non per decreto.
Non ci pare affatto che l’impegno sulla legge 107 sia esaurito – sottolinea Turi – siamo solo alle prime battute di una legge che ha bisogno di essere attuata, e diciamo noi, cambiata in qualche sua parte. Deve passare cioè attraverso le persone e la loro motivazione, e non ci sembra che ciò corrisponda al clima nelle scuole.
In una ipotetica graduatoria da 1 a 10 il personale della scuola esprime un grado di dissenso, con numeri negativi che aumentano via via, nella misura in cui in tutti i provvedimenti mirabolanti del Governo passano dal livello virtuale a quello reale.
Tra i tanti impegni del Governo manca lo stanziamento adeguato per il rinnovo dei contratti di lavoro che sono fermi da oltre sei anni.
Un bel modo di investire in cultura e scuola, lasciando i veri problemi appesi: quelli di un rilancio complessivo del sistema Paese che senza la scuola, l’istruzione e la cultura, non hanno alcun futuro.
Pensare di averlo risolto con qualche regalo di Natale ci sembra veramente riduttivo e preoccupante.